Le nocciole e l'Italia

Fresche, tostate, caramellate, pralinate, ricoperte di cioccolata o altre prelibatezze… chi non va matto per le nocciole? Ma quanti sanno che quelle italiane sono tra le più conosciute al mondo?
Il rapporto fra l'Italia e le nocciole è strettissimo. Con le sue circa 110.000 tonnellate annue il nostro "belpaese" si piazza al secondo posto nella produzione mondiale, dietro la Turchia. Possiamo contare infatti su una considerevole superficie di coltivazione concentrata soprattutto in quattro regioni, ognuna delle quali ne produce una varietà con caratteristiche specifiche. Vediamo le principali:

Piemonte
La nocciola delle Langhe, chiamata anche "Tonda Gentile del Piemonte", è sicuramente la più conosciuta e utilizzata. Con il suo sapore delicato è molto usata in pasticceria. Il suo connubio perfetto è con il cioccolato: non è un caso che con questa nocciola sia nata la prima ricetta del gianduia.

Lazio
La coltivazione nella provincia di Viterbo è molto antica, risale al 1500. La "Nocciola Romana" – questo il nome della varietà più nota – è un frutto quasi perfettamente sferico con un aroma intenso e persistente, ideale sia triturata che intera per dolci, biscotti, gelati e liquori.

Sicilia
Il 10% della produzione nazionale si trova in Sicilia fra le province di Messina, Catania e Palermo. Fra le tipologie più diffuse ci sono la Siciliana, la Ghirara e la Minnulara e nell'insieme si tratta di una coltura in espansione che contribuisce a far rimanere il nostro paese al secondo posto nella classifica mondiale.

Campania
In provincia di Salerno troviamo la "Nocciola di Giffoni IGP". Si riconosce per la forma tondeggiante e la polpa bianca. È una varietà che si presta maggiormente a processi industriali come la tostatura o la preparazione della granella.

Una curiosità: Il lancio delle nocciole
Una curiosità finale: in un'antica e piccola frazione del napoletano, Massaquano, esiste addirittura una tradizione plurisecolare per cui ogni 12 dicembre le nocciole vengono lanciate dal tetto della chiesa come simbolo delle pupille in onore di Santa Lucia, protettrice della vista.